Dall’ex cantante dei Gallows, un anticipo sonoro di una vivace primavera, in queste buie e fredde giornate di dicembre.
Qualche anno fa i Gallows furono un singolare colpo a salve della Warner Music, che tanto spese & spandette per imporre ai gggiovani il loro spigolosissimo punk. Missione in sostanza fallita: a livello artistico la band inglese non era né speciale, né deludente; più che altro il mondo stava cambiando velocemente e la discografia pure. Da lì il cantante originario Frank Carter si è riciclato in chiave più orecchiabile, prima coi Pure Love – spudoratamente commerciali – e poi con i Rattlesnakes – più affini alle sue radici rumorose. Non sappiamo con certezza se il rosso si trovi più a suo agio con la melodia o gli urlacci rabbiosi (e soprattutto se la sua sia una strenua ma improbabile rincorsa al successo). Di certo Wild Flowers suona piacevolmente fresca, «aperta» e grintosa quanto basta: niente male come anticipo sonoro di una vivace primavera, in queste buie e fredde giornate di dicembre.