Post punk da Portland. Ovvero «canzoni che parlano di depressione e morte». Essì, la primavera è ancora mooolto lontana…
Troppo facile il mestiere del critico musicale, nel 2016: spesso il lavoro sporco lo fanno i musicisti stessi. Così basta andare sul profilo Facebook dei Soft Kill per fare copia e incolla delle loro influenze dichiarate: Lowlife + Sad Lovers and Giants + Trisomie 21 + Magazine + Chameleons UK + Asylum Party + Cure. Oddio: almeno un paio di questi nomi potevamo cacciarli fuori noi stessi, semplicemente ascoltando un pezzo azzeccato come Whirl, ma tant’è. Viva l’onestà dei ragazzi di Portland, ennesimi adepti del revival post punk con idee chiare e buone doti compositive. Un momento… Esiste anche la giustamente succintissima cartella stampa ufficiale della loro casa discografica, a proposito del nuovo disco Choke: «Otto canzoni che parlano di depressione e morte». La primavera è ancora molto lontana, yeah.