Di lunedì, troppo entusiasmo non fa bene. E allora beccatevi tre ragazzi immaginari che ricordano più i Sisters of Mercy che non sua maestà Robert Smith.
Ora che avete speso un centinaio di euro per vedere i Cure e intasato le bacheche virtuali con l’originale slogan «concerto dell’anno», la vita può ricominciare. Mentre vi genuflettevate di fronte a Demis Roussos, pardon Robert Smith, noi eravamo impegnati nello scouting digitale. E così ci siamo imbattuti nei Garden of Mary. Ovvero tre ragazzi immaginari del Texas che hanno assorbito in parte anche la lezione di Sisters of Mercy e Fields of the Nephilim. Sleepless Nights mostra la loro stoffa di studenti-modello del filone cold wave, con tutti gli elementi del caso collocati al posto giusto. A voi decidere se si tratti di puro calligrafismo, relativamente interessante, o di un improbabile ma intrigante passaggio del testimone. Ah, il nome del gruppo proviene da qui!