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Una volta alla settimana compiliamo una playlist di tracce che (secondo noi) vale davvero la pena sentire, scelte tra tutte le novità in uscita.

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... Tutte le tracce che abbiamo recensito dal 2016 ad oggi. Buon ascolto.

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A volte è necessario approfondire. Per capire da dove arriva la musica di oggi, e ipotizzare dove andrà. Per scoprire classici lasciati indietro, per vedere cosa c’è dietro fenomeni popolarissimi o che nessuno ha mai calcolato più di tanto. Queste sono le storie di HVSR.

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Ani DiFranco: Play God
La gioia di Anita, prima che le dicessero del ministro Lorenzin

E va bene l’età che avanza, e va bene le gravidanze, ma pareva strano che Ani DiFranco non prendesse parola in questo periodo cruciale di storia americana. E allora durante il tour che ha chiamato guarda caso Vote Dammit butta lì questa canzone sul diritto alla procreazione. «Come società» dice «è il momento di riconoscere che una donna che non è grado di controllare i suoi diritti riproduttivi non può essere considerata libera ed è responsabilità del governo proteggere e garantire la libertà di tutti i cittadini americani». E così, accompagnata da Ivan Neville (presente la famiglia Neville?), Terence Higgins (presente la Dirty Dozen Brass Band?) e Skerik (presente il sax di Mad Season e Les Claypool’s Frog Brigade?), Ani canta che noialtri uomini non possiamo giocare a fare Dio, ma le donne sì.

Ani DiFranco 

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