Che un bianco faccia quella che chiamiamo black music è tollerato e a tutti gli effetti apprezzato; che un nero faccia una musica pallida è alto tradimento e suicidio commerciale. Nonostante gli apprezzamenti della critica, l’artista inglese viene venduto come black soul singer, salvo poi vedere solo bianchi ai suoi (non affollatissimi) concerti — così, da qualche tempo si confessa in piena crisi identitaria, un «black man in a white world», come dice nel primo singolo tratto dal suo secondo album Love and Hate. Album che tuttavia si apre, a mo’ di sfida, con un brano che pare composto da Roger Waters e David Gilmour (e pure Richard Wright, via): dieci minuti di ondosità floydiane che mettono in conflitto quello che sentono le orecchie con quello che vedono gli occhi nel video che segue.
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