Sappiamo che Amanda “Fucking” Palmer appiccherebbe fuoco alla propria testa pur di avere la nostra attenzione (e un milione di dollari). Negli anni post Dresden Dolls ha dato più argomenti ai militanti del partito “Cretina col botto” che agli irrudicibili della fazione “Genio totale, cioè”. Chi scrive aveva avuto un lontano risveglio di interesse per un progetto il cui titolo aveva potenzialità nucleari incommensurabili (Amanda Palmer Performs the Popular Hits of Radiohead on Her Magical Ukulele) ma si era poi rapidamente dimenticato anche di tale ennesima trovatina. Pertanto, è onestamente una sorpresa che quest’album che avrebbe tutte le premesse per rivelarsi un ulteriore bacino al proprio ego (e comunque lo è) si riveli piacevole. In un perfezionamento delle arguzie twinpeaksiane già perpetrate in Who Killed Amanda Palmer?, la guitta del New England ha chiamato in causa il sig. Palmer, cioè suo padre Jack, 71enne, e ha inciso un disco con lui. La sorpresa è che il vecchio Jack canta davvero bene, ha una voce alla Johnny Cash e una capacità di misura che a tratti riesce a trasmettere alla sua bambina. Tra le cover affrontate, il ballottaggio tra 1952 Vincent Black Lightning di Richard Thompson e la title track di Leonard Cohen ha visto prevalere quest’ultima. Ma sentitevi liberi di approfondire — tanto più che l’album intero costa solo 1 dollaro su Bandcamp. Ma ci sono anche YouTube e Spotify grazie ai quali si può evitare di procurare altro danaro ad Amandona, che ai fan ne ha già grassato non poco e si sa che i soldi danno solo grattacapi.