In frigo ci sarebbe tutta una quantità di cliché solo da riscaldare e subito pronti: il gruppo supergiovane che si ripresenta quarantenne (e viceversa); la fuoriuscita/cacciata di Tom DeLonge, il più adolescente di tutti, sostituito dal semisconosciuto Matt Skiba; il fatto che sulla copertina dell’album California ci sia lo sguardo crudo di un personaggio che pare uscito da Essi vivono di John Carpenter; brani intitolati emblematicamente Bored to Death (il singolo), No Future, Left Alone e Home Is Such a Lonely Place. E il pezzo che apre il tutto, intitolato Cynical. Ma poi, semplicemente, banalmente, la verità è che i Blink del 2016 sono l’inevitabile evoluzione di quello che erano nel 1999, con quell’identico slancio vitale che trabocca nella stupidera, e quell’identico senso di magone da cameretta — diventata, negli anni, un appartamento in cui si rimane soli. Domandarsi se il cinismo è una buona strategia per l’età adulta è in fondo un ulteriore, onesto rito di passaggio.
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