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Una volta alla settimana compiliamo una playlist di tracce che (secondo noi) vale davvero la pena sentire, scelte tra tutte le novità in uscita.

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A volte è necessario approfondire. Per capire da dove arriva la musica di oggi, e ipotizzare dove andrà. Per scoprire classici lasciati indietro, per vedere cosa c’è dietro fenomeni popolarissimi o che nessuno ha mai calcolato più di tanto. Queste sono le storie di HVSR.

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Gli Sleaford Mods e Speranza sempre più incazzati, gli Squid sempre più lucidamente folli, Billie Marten sempre più commovente

Settimana 9 – con Squid, Sleaford Mods, Billie Marten, Il Ciclo di Bethe, Speranza, Death Valley Girls, Valente, Jacob Collier, Overkill, Synne Sanden.

Cazzo guardi?

Tutto il mondo è paese, quando si tratta di lanciare invettive contro l’inettitudine di chi ci governa o in generale contro le ingiustizie di un mondo che sotto certi aspetti è ancora ben lontano dalla soglia minima di decenza. E quindi stavolta: inglesi e italiani – una faccia, una razza. La bile degli Sleaford Mods scorre corrosiva al di là della Manica da ormai quindici anni, quella di Speranza, da questo lato delle Alpi, da poco più di un paio (in termini di discografia ufficiale), ma non è certo meno incisiva.

Restando qua da noi, la critica sociale sa comunque esprimersi anche in termini musicalmente meno violenti: ce lo dimostrano quelli del Ciclo di Bethe – che per l’occasione chiamano Andrea Chimenti e finalmente riempiono un buco che per troppo tempo è rimasto vuoto (vedi alla voce “indie italiano colto e raffinato”) – e Claudio Valente, che recita la parte di un David Bowie nostrano, solo un briciolo più elettronico e sintetico.

Intorno, voci femminili di ogni tipo: preparate i kleenex per affrontare quella di Billie Marten, dotatevi di un estintore per proteggervi da quella di Synne Sanden. Quella di Bonnie Bloomgarden delle Death Valley Girls è invece l’essenza del cromosoma XX in salsa indie, mentre quella di Lizzy McAlpine si rivela felice di essere manipolata dalla consolle esperta degli HONNE, che remixano con estrema maestria l’opera di Jacob Collier.

Come ultimo avviso, vi consigliamo di non dimenticarvi degli Squid, che raggiungono un (in)aspettato livello di maturazione compositiva, altrimenti mandiamo gli Overkill a prendervi a schiaffoni. E Bobby Ellsworth a questo giro ha la mano davvero pesante.

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