Ballare, innanzitutto. Non lo avreste mai detto, ma tocca a Joe Talbot e soci portare in alto il vessillo della rotazione sexy di bacino, anche se insieme a dei maestri come James Murphy e Nancy Whang degli LCD Soundsystem è tutto più facile. I portoghesi Birds Are Indie invece son più di dieci anni che fanno ballare gli indie-rocker al di là dei Pirenei, e stai a vedere che questa è la volta buona che riescono a sconfinare a oriente. Oppure vi piace srotolarvi lenti su un dancefloor retrowave? In tal caso provate i Sextile (per l’occasione qui in combutta con Izzy Glaudini). E poi Calcutta, che prova a fare il Battisti delle nuove generazioni, ma comunque non rinuncia a un ritornello che fa inevitabilmente muovere il culo.
Se poi ballare per voi significa pogare, tranquilli: c’è anche roba più pesa. I mancuniani Maruja danno schiaffi post-punk: come quello che facevano gli IDLES prima che si mettessero a ballare, appunto. E il buon vecchio Rob Halford che, con i suoi Judas Priest, dimostra che l’hard rock e il metal fatti bene non hanno bisogno di troppe innovazioni.
Se invece siete in un mood più riflessivo, abbiamo per voi Cece Coakley, che cinguetta minuta sopra la dolce chitarrina di Medium Build, o la nostra Mélanie De Biasio, che canta in italiano da Charleroi e fa piangere il cuore.
Il resto è rap/R&B al femminile: KT Gorique e Le Juiice li approcciano con mentalità afropunk, mentre L’Rain li mischia a componenti rock in una ballata psico-acida che gioca con sperimentazioni inattese e accostamenti onirici.