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Una volta alla settimana compiliamo una playlist di tracce che (secondo noi) vale davvero la pena sentire, scelte tra tutte le novità in uscita.

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La preghiera rubata dei King Hannah, l'incerto domani dei Rancid, i coglioni tradotti di Bugo

Settimana 23 – con Alchem, Arkona, Rancid, Buckcherry, Sam Burton, Mandy Indiana, Scar Symmetry, Cory Hanson, King Hannah, New Candys & Bugo.

Le sedie erano finite

Hannah Merrick, come atteggiamento, è quanto di più diverso si possa immaginare dalla venerata (e ormai veneranda) Miss Louise Veronica Ciccone, eppure riesce a capovolgere Like a Prayer in una liturgia trip hop che giù il cappello proprio. Più paraculi i New Candys invece, che del Bugo di vent’anni fa mantengono lo stile, ma provano a tradurne le parole nella lingua d’Albione. Il risultato? Niente male.

Sempre fedeli a se stessi, i Rancid, e a quell’idea cristallizzata di canzone punk spaccavetrine, indipendentemente dal fatto che di anni tu ne abbia sedici o quasi sessanta, come il buon Tim Armstrong. Lo stesso – ma in senso diverso – si può dire di Cory Hanson che, alla faccia delle influenze importanti (vedi alla voce Bill Callahan, Will Oldham e, ovviamente, Neil Young), anche da solista non teme confronti, e di Sam Burton, tenue e delicato come un novello Tim Buckley. Confronti che non temono a prescindere i Mandy, Indiana, originali per natura, a partire dalla voce di Valentine Caulfield, che mischia un industrial-noise cantato in francese, per l’ennesima (purtroppo necessaria) invettiva contro il patriarcato.

Il resto è metal in tutte le salse: il brutal-death che fa battere il cuore degli Scar Symmetry, il paganesimo sovietico degli Arkona, il progessive ben bilanciato degli Alchem e – perché no? 2023 is the new 1991, alla fine – l’onesto sleazy rock dei Buckcherry.

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