Riecco Josh Homme con i suoi QOTSA, e bastano poche note delle loro chitarre rancorose e taglienti per ritrovare un ambiente conosciuto e confortevole dentro cui sentirsi immediatamente a casa, come se sei anni di attesa si fossero consumati in un attimo. Tempo che invece sembra non passare mai per i Temples, fermi negli anni ‘70 a fare lo psych rock quasi meglio di come lo facevano negli anni ‘70, eppure senza renderlo una roba vetusta (a patto che non vi soffermiate a guardare come si vestono, s’intende). O per la vena compositiva di David J, sempre vivida e ispirata, fuori o dentro dai Bauhaus, prima o dopo Peter Murphy, non fa differenza. Tempo che prova a riavvolgere anche Baxter Dury, per ricordare il padre Ian, ma soprattutto per guardare serenamente al futuro della sua musica.
Non solo tempo, anche spazio. Come quello che riesce a percorrere in pochi minuti Danny Rajan Billingsley nel suo nuovo, rutilante pellegrinaggio musicale tra culture, generi, etnie. O quello che espande il nostro Ibisco, dando alla provincia emiliana, un tempo chiusa e paranoica, un taglio decisamente internazionale.
Per il resto, quote rosa to the rescue! Alice Phoebe Lou prova ad aprirsi senza rinunciare alla sua classica dolcezza emotiva, Alicia Bognanno a riportare in auge un certo, grintoso pop rock che fu, Poppy a strapazzare in salsa più o meno industrial una quasi dimenticata hit delle Kittie. Che dire poi delle Cumgirl8? Un nome, un programma. Nel senso di programma politico: come quello presentato dalla senatrice Cicciolina – che ricordiamo comunque, a scanso di equivoci, anche come cantante, performer e artista a tutto tondo – nell’ormai lontano 1991.