Toh, chi si rivede! Nemmeno il tempo di buttare in pasto ai pesci un mini-teaser – tanto all’improvviso quanto in sordina – e Polly Jean già si dice pronta a uno dei passi più epici nella carriera di qualunque musicista: il decimo album. Armiamoci comunque di tre mesi di santa pazienza, anche se intanto possiamo sempre farci ipnotizzare dalle cadenze oniriche di un primo singolo che certo non promette male.
Dal Dorset a Londra sono poco più di un paio d’ore di treno, e l’idea di arrivare a Waterloo Station per incontrarci i Moreish Idols vale il prezzo del biglietto. Portatevi dietro il santino di Morrissey e vedrete che i cinque ragazzi apprezzeranno.
Parlando di viaggi poi, salutate i Lankum, che partono dalla natìa Irlanda alla volta di New York come degli emigranti vintage del primo Novecento: tutto molto folk, a modo loro.
Nel tempo viaggiano invece gli Enforcer, atterrando nella melma heavy-romanticona degli anni ‘80 europei. Ma anche i Deathstars, che però si incagliano in periodi più recenti, a metà strada tra il puritanesimo misantropico dei Dimmu Borgir e il melodismo teutonico dei Blind Guardian. Gli Amity Affliction invece prendono l’autostrada per l’inferno e, per quanto personalissimo, sempre di viaggio si tratta.
Se invece non volete superare la frontiera e rimanere dalle nostre parti, le tappe interessanti non mancano: Ele A rappa contando fino a Uno999, i Sacred Legion continuano a farsi strada nei salotti goth meno infighettati, i Dipso ci ricordano quello che dovrebbe essere l’alternative in un mondo ideale, mentre Diego Cignitti ci mette di fronte alla nostra coscienza sporca. Perché dimenticare l’omicidio di Stefano Cucchi, quello sì che sarebbe un reato.